La storia. Come è cambiato il modo di lavorare?
Tre fratelli e un’azienda.
1968, Giulio Bencini, poco più che trentenne, è un rappresentate di accessori metallici per arredamento. Coinvolge il fratello Renzo, proveniente anche lui dallo stesso settore finché, successivamente, anche il ventenne Andrea entra a far parte del team grazie alla sua forte manualità, una dote importante per un lavoro che, in passato, era soprattutto artigianale.
La differenza principale tra il modo di lavorare di un tempo e quello attuale, sta nell’approccio. In passato tutto partiva dal catalogo: si mostrava ai clienti i propri prodotti e si ricevevano gli ordini. Oggi, piuttosto, si chiede cosa il cliente necessita, per poi realizzarlo. La personalizzazione, dunque, è ormai a capo del modo di lavorare odierno.
“Mio padre mi parlava delle fiere campionarie” racconta Francesco Bencini. “Erano fiere generiche e vi partecipavano anche gli accessoristi. I grandi marchi compravano il catalogo, sono sempre stati clienti.”
Il cambiamento? Alla fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, quando si pensa di fare qualcosa di personalizzato con Ferragamo. Da lì, la svolta.
La verità è che il catalogo offriva molto meno rispetto al mercato della personalizzazione ed era più semplice produrre. Un approccio impensabile se si pensa alla varietà di oggi, regina indiscussa di tutti i mercati e in cui il personalizzato rappresenta l’unica risposta possibile.
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